Parlando di Sabatini invece, crede siano possibili le dimissioni alla fine di questa sessione di mercato?
“Conoscendolo non credo, non è uno che lascia le cose a metà. Quello che succederà a fine stagione non lo so, ma anche i nomi usciti per sostituirlo mi hanno fatto rabbrividire. Branca o Corvino non possono essere loro a risolvere i problemi della Roma “

Quello che si rimprovera a Sabatini è il non riuscire a creare una squadra vincente, lei è d’accordo con questa analisi?
“L’esigenza di fare plusvalenza impedisce di comporre una rosa. Se ogni anno devo vendere i migliori per fare mercato, diventa difficile comporre una squadra. Questa non è colpa di Sabatini, ma è una scelta societaria. Siccome Pallotta non è un tifoso della Roma dall’infanzia, è venuto qui per fare l’imprenditore. Non è dettato dal sentimento come i Sensi o Viola e non è venuto a investire il suo denaro perchè in Curva Sud non ci ha mai messo piede, ma neanche in tribuna Monte Mario. Il calcio deve vivere di se stesso: di redditi e di entrate. Quello che più ha attirato qui Pallotta è lo stadio. Fino a qualche anno fa i presidenti erano tifosi, ma oggi non è più così. Quindi non si può chiedere di investire il suo denaro in una squadra di calcio, se non con la speranza di guadagnarci. Qui abbiamo a che fare con un presidente imprenditore, per cui il povero Sabatini sta facendo le nozze con i fichi secchi. Deve guardare un bilancio e fare un mercato con quello che tira fuori dalle plusvalenze”